Notizie giudiziarie

  • Sanzioni disciplinari avvocati: il CNF chiarisce i criteri
    La determinazione della sanzione disciplinare non può essere affidata a formule matematiche. A precisarlo è il Consiglio Nazionale Forense, che con la sentenza n. 407/2024, pubblicata il 7 giugno 2025 sul sito del Codice Deontologico, ha ribadito che la sanzione va commisurata a una valutazione complessiva dei fatti, tenendo conto di elementi aggravanti e attenuanti, nonché del comportamento processuale dell'incolpato.Il principio affermato Secondo il CNF, la decisione in materia disciplinare deve fondarsi su una valutazione concreta e contestualizzata del comportamento dell'avvocato, non su un'automatica applicazione di sanzioni predefinite. Il Collegio ha chiarito che occorre considerare: la gravità oggettiva della condotta; eventuali precedenti disciplinari, come fattori aggr...
  • CIG anche per i c.d. "contratti esclusi" dall'applicazione del Codice
    L'Unione nazionale avvocati amministrativisti (U.n.a.a.), con ricorso notificato il 29.01.2024, ha richiesto al Tar Lazio l'annullamento "in parte qua" della delibera n. 584 del 19.12.2023 di A.n.a.c. (Autorità nazionale anticorruzione), avente ad oggetto "Indicazioni relative all'obbligo di acquisizione del CIG e di pagamento del contributo in favore dell'Autorità per le fattispecie escluse dall'ambito di applicazione del codice dei contratti pubblici" e degli atti ad essa collegati, l'U.n.a.a. pone l'attenzione sui "servizi legali esclusi dall'applicazione del Codice", materia per cui sussiste in capo all' Unione un interesse diretto, attuale e concreto all'annullamento degli atti impugnati. All'udienza pubblica del 20 maggio 2025, la causa viene introitata per la decisione. &...
  • Avvocati d'ufficio: nessun obbligo di comunicare la cancellazione
    Nessuna disposizione normativa o regolamentare impone all'avvocato, una volta ottenuta la cancellazione dall'elenco dei difensori d'ufficio, di informarne Giudici o Pubblici Ministeri. A stabilirlo è il Consiglio Nazionale Forense con la sentenza n. 399/2024, pubblicata l'8 giugno 2025 sul sito del Codice Deontologico, che ha accolto il ricorso di un legale sanzionato disciplinarmente per non aver comunicato tempestivamente la propria cancellazione.Il caso Il procedimento ha avuto origine dalla sanzione inflitta dal Consiglio Distrettuale di Disciplina a un avvocato che, dopo aver ottenuto la cancellazione dall'elenco dei difensori d'ufficio, non aveva avvisato il P.M. né il giudice del dibattimento, pur avendo ricevuto la notifica del decreto di citazione a giudizio. L'avvocato aveva ...
  • Prepensionamento per invalidità 80%
    Il tema del prepensionamento per i lavoratori disabili è di grande rilevanza sociale e giuridica in Italia. Una delle questioni più dibattute e cruciali, che ha generato incertezza per anni, riguarda il tipo specifico di invalidità che deve essere accertata per poter accedere a tale beneficio. In particolare, ci si chiede quale sia l'invalidità pari o superiore all'80% che consente di anticipare l'età pensionabile a 55 anni per le donne e a 60 per gli uomini. Su questo punto fondamentale, la giurisprudenza della Corte di cassazione ha fornito chiarimenti essenziali, stabilendo una direzione ben precisa e definendo i parametri da adottare. La questione giuridica al centro del dibattito Prima degli interventi della Suprema Corte, vi era una notevole ambiguità sulla natura dell'invali...
  • Pluralità di illeciti deontologici: la sanzione resta unica
    Con la sentenza n. 422/2024, pubblicata il 7 giugno 2025 sul sito del Codice deontologico, il Consiglio Nazionale Forense ha ribadito un principio fondamentale in materia disciplinare: anche in presenza di più condotte illecite, poste in essere da un avvocato nell'ambito dello stesso procedimento, la sanzione disciplinare deve essere unica. Il principio, sancito dall'art. 21 del Codice Deontologico Forense, mira a garantire una valutazione unitaria e proporzionata della condotta dell'incolpato, evitando una logica meramente aritmetica nella commisurazione delle sanzioni. Il caso: più addebiti, un solo procedimento La pronuncia trae origine da un procedimento disciplinare nel quale a un avvocato erano stati contestati diversi addebiti, relativi a violazioni multiple del Codice Deon...
  • Avvocati: crediti formativi obbligatori a prescindere dalla competenza
    Formazione continua: non basta "sapere", servono i crediti Con la sentenza n. 423/2024, pubblicata il 6 giugno 2025 sul sito ufficiale del Codice Deontologico Forense, il Consiglio Nazionale Forense ha ribadito un principio chiave per la professione legale: l'obbligo di formazione continua è formale, tracciabile e inderogabile. Non può essere sostituito da una generica affermazione di competenza o da attività professionali svolte, anche se riconducibili al settore giuridico. Il caso: "Scrivo per una rivista, quindi sono aggiornato" Il procedimento disciplinare ha riguardato un avvocato che, non avendo conseguito i crediti formativi obbligatori, era stato sanzionato dal Consiglio Distrettuale di Disciplina. In fase difensiva, l'incolpato aveva sostenuto l'illegittimità della sanzione, a...
  • Casa familiare dopo la separazione: conta solo l'interesse del figlio
    Nel contesto delle separazioni, l'assegnazione della casa familiare è disciplinata in funzione esclusiva dell'interesse del figlio minore. Secondo la regola generale, l'abitazione è attribuita al genitore convivente con il minore, ma questa regola può essere derogata se esistono soluzioni abitative alternative più adeguate a garantire il benessere del figlio. È quanto ha affermato la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 14460/2025, respingendo il ricorso di una madre che chiedeva l'assegnazione della casa familiare nonostante la figlia da anni vivesse stabilmente altrove. Il caso: figlia già trasferita La vicenda riguarda una madre che, prima ancora della separazione legale, aveva lasciato la casa coniugale per trasferirsi, insieme alla figlia minore, presso l'abitazione della n...
  • Avvocati: sospensione per mancato invio Modello 5 autonoma
    Sospensione dell'avvocato per omesso Modello 5 Con la sentenza n. 423/2024, pubblicata il 6 giugno 2025, il Consiglio Nazionale Forense ha fornito un'importante precisazione in tema di obblighi previdenziali degli avvocati. In particolare, ha chiarito che la mancata trasmissione del Modello 5 alla Cassa Forense determina la sospensione automatica dall'albo da parte del Consiglio dell'Ordine, indipendentemente da un procedimento disciplinare.I fatti La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un avvocato sospeso dal Consiglio dell'Ordine per mancata trasmissione del Mod. 5, documento necessario per la dichiarazione reddituale ai fini previdenziali. L'avvocato ha contestato la legittimità del provvedimento sostenendo l'assenza di un procedimento disciplinare formale e la sproporzio...
  • Danni sul bus: risarcimento con i criteri del Codice delle assicurazioni
    Danni lievi sul bus, vale il Codice delle assicurazioni Con l'ordinanza n. 13855 del 25 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha chiarito che i danni di lieve entità subiti dai passeggeri su autobus e veicoli a motore devono essere risarciti secondo i criteri dell'art. 139 del Codice delle assicurazioni (D.lgs. 209/2005), anche quando il fatto si verifica nell'ambito di un contratto di trasporto. Il principio estende l'ambito applicativo del Codice delle assicurazioni, rafforzando l'unitarietà del sistema risarcitorio per i danni da circolazione stradale.Il caso: passeggera cade sull'autobus dopo una frenata brusca La vicenda riguardava una donna che, salita su un autobus, era caduta a causa di una ripartenza improvvisa, riportando una lesione definita micropermanente. Il Tribunale ave...
  • Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce i presupposti
    Con la sentenza n. 21280 del 2025 (sotto allegata), la terza sezione penale della Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire i presupposti applicativi dell'art. 131-bis del codice penale, relativo alla causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha ribadito che l'accertamento della tenuità richiede un giudizio complesso e integrato, da effettuarsi sulla base di una valutazione congiunta di più elementi, così come previsto dall'art. 133, comma 1, c.p. Secondo la Suprema Corte, "ai fini della configurabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall'articolo 131-bis c.p., il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, ch...
  • La responsabilità dei genitori per la salute dei figli
    Lo psicoterapeuta Alberto Pellai nel “decalogo per proteggere i nostri bambini” (2018) al n. 9 ha definito il diritto dei bambini alla salute: “Diritto alla salute, alla prevenzione primaria, alla tutela del benessere psico-fisico, condizione resa sempre più difficile dalle sollecitazioni che i minori ricevono a vivere sedentariamente, mangiare in modo sregolato e poco valido dal punto di vista nutrizionale e dal fatto che la tutela della loro salute è resa sempre più difficile in un Sistema Sanitario reso precario dalla crisi economica e in cui la figura del pediatra è quantitativamente sempre più scarsa sul territorio nazionale”. Tutti elementi che sostanziano il diritto alla salute, a cominciare dalla prevenzione primaria, di cui i primi responsabili sono i genitori e non altri. Lo p...
  • Abusi edilizi: no al condono oltre i termini
    Condono retroattivo Non è ammissibile il condono retroattivo per gli abusi edilizi. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione penale con la sentenza n. 20665/2025 (sotto allegata), ribadendo che il termine per presentare l'istanza di sanatoria edilizia rappresenta un limite invalicabile, oltre il quale non è più possibile regolarizzare l'opera. Nel caso oggetto di giudizio, il ricorrente aveva cercato di ottenere la sospensione dell'ordine di demolizione basandosi su un parere pro veritate rilasciato successivamente all'entrata in vigore della normativa sul condono, con l'intento di dimostrare ex post la conformità dell'intervento edilizio. Tuttavia, tale iniziativa è stata ritenuta irrilevante dalla Suprema Corte, in quanto priva di fondamento normativo: la legge non prevede alcun mecc...
  • Un conflitto tira l'altro?
    Quando si pensa al conflitto, la prima cosa che viene in mente è lo scontro: tra persone, opinioni, interessi, valori. Dietro ogni contrasto vi è tuttavia qualcosa di più silenzioso e profondo: un processo cognitivo che si attiva dentro di noi ogni qualvolta dobbiamo scegliere, decidere, resistere a un impulso o interpretare una situazione ambigua. Il CAE Il conflitto non solo mette alla prova il nostro sistema cognitivo, lo modifica. Il cervello, infatti, ha una capacità straordinaria: impara dalle controversie che affrontiamo, regolando la propria strategia per gestire meglio quelle future. Questo meccanismo prende il nome di Conflict Adaptation Effect (CAE), noto anche come Gratton effect o congruency sequence effect. Descrive un fenomeno ben documentato in psicologia cognitiva: ...
  • Assegno di mantenimento: la nuova convivenza non lo annulla automaticamente
    Con l'ordinanza n. 14358 del 31 maggio 2025 (sotto allegata), la prima sezione civile della Corte di Cassazione ha affermato un principio rilevante in tema di assegno di mantenimento: l'instaurazione di una convivenza stabile da parte dell'ex coniuge beneficiario non comporta, di per sé, la cessazione automatica del diritto all'assegno, ma impone al giudice una valutazione complessiva del caso concreto. La decisione segna un punto di equilibrio tra il principio dell'autosufficienza economica e il riconoscimento del contributo offerto alla vita familiare durante il matrimonio, che può continuare a giustificare l'erogazione dell'assegno anche dopo l'instaurazione di una nuova unione di fatto. Il caso: l'ex marito chiede la revoca dell'assegno La vicenda trae origine dalla richiesta ...
  • Ricorso confuso? Rischi la condanna per lite temeraria
    Con l'ordinanza n. 12111/2025, la Corte di Cassazione ha tracciato una linea netta: chi presenta un ricorso per cassazione oscuro, incoerente e privo dei requisiti di forma e contenuto previsti dalla legge, non solo rischia l'inammissibilità dell'atto, ma può essere condannato a pagare una somma per lite temeraria, ai sensi dell'art. 96, comma 3, c.p.c. Il provvedimento sottolinea l'importanza della riforma Cartabia (d.lgs. 149/2022), che ha inserito nell'ordinamento processuale civile i criteri della chiarezza e sinteticità degli atti come requisiti fondamentali per garantire il giusto processo. Il caso: ricorso privo di fatti, motivi e coerenza Nel caso oggetto della pronuncia, il ricorso presentato risultava non solo oscuro nella forma e incoerente nei contenuti, ma addiritt...

Fonte: www.studiocataldi.it

Fonte: Studio Cataldi

 

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