Notizie giudiziarie

  • Oltraggio a pubblico ufficiale: quando l'offesa resta interna non c'è reato
    Oltraggio a pubblico ufficiale: serve la presenza di terzi estranei La Corte di cassazione, con la sentenza n. 35233/2025, precisa che il reato di oltraggio richiede la percezione dell'offesa da parte di soggetti esterni alla funzione svolta. Se l'espressione denigratoria rimane confinata tra pubblici ufficiali impegnati nello stesso atto, manca la proiezione esterna della condotta, elemento essenziale per integrare la fattispecie prevista dall'articolo 341-bis del Codice penale.L'offesa deve incidere sul decoro dell'istituzione Secondo la Corte, ciò che qualifica l'oltraggio non è l'attacco personale al singolo agente, ma la lesione del prestigio dell'amministrazione. Questa lesione si verifica soltanto quando l'offesa raggiunge un pubblico di terzi, in grado di rifletterla sull'immag...
  • Procedimento disciplinare del magistrato e insindacabilità dell'errore
    L'antefatto: il caso giudiziario confluito nel procedimento disciplinare L'ordinanza emessa in via cautelare – e poi confermata nel merito - del 06 luglio 2022 sospendeva la decisione dell'Ordine professionale degli Psicologi per il mancato assolvimento dell'iscritta all'obbligo vaccinale, reintegrando la professionista sulla scorta che l'imposizione di trattamenti sanitari senza il consenso dell'interessato e la privazione di fonti di sostentamento siano lesivi della dignità dell'individuo. In particolare, le motivazioni ravvisavano una serie di violazioni di norme costituzionali e sovranazionali: l'art. 4 Cost., poiché "la sospensione dall'esercizio della professione rischia di compromettere beni primari dell'individuo quale il diritto al proprio sostentamento e il diritto al lavoro"; ...
  • Quando l'impronta non basta
    La sentenza del Tribunale di Palermo n. 3485/2025 è un esempio paradigmatico di come il principio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" operi concretamente nel sistema articolato del processo penale conducendo all'assoluzione dell'imputato nonostante la presenza di elementi probatori apparentemente significativi ma dato fondamentale: la mancata datazione del rilascio delle impronte latenti. Il procedimento riguardava un soggetto accusato di furto in abitazione aggravato dall'uso di violenza sulle cose e dal concorso di persone, commesso nel 2014 a Palermo. L'elemento probatorio centrale: l'impronta digitale Il cuore dell'accusa si fondava su un elemento apparentemente decisivo: un'impronta digitale rinvenuta su una bomboletta spray all'interno dell'abitazione della vittima. L'anal...
  • Whistleblowing e mobbing nella Pubblica Amministrazione
    1. Introduzione Il fenomeno del whistleblowing e la conseguente tutela del segnalante rappresentano, nel quadro contemporaneo delle politiche di integrità pubblica, un elemento ormai strutturale e imprescindibile per il buon andamento e l'imparzialità della Pubblica Amministrazione. La protezione di coloro che, agendo nell'interesse generale, decidono di segnalare condotte illecite o irregolarità suscettibili di ledere il ptrimonio pubblico o compromettere la legalità dell'azione amministrativa costituisce non solo un presidio giuridico, ma anche uno strumento di promozione culturale della trasparenza. Tale prospettiva si iscrive in un più ampio processo di europeizzazione del diritto amministrativo e del diritto del lavoro pubblico, avviato con la Direttiva (UE) 2019/1937, che ha...
  • Raddoppio del contributo unificato se la causa è improponibile
    Quando scatta il raddoppio del contributo unificato La Corte di cassazione ribadisce che, quando un ricorso introduce un giudizio che non poteva essere avviato, il contributo unificato deve essere pagato in misura doppia. La soluzione viene giustificata come risposta al dispendio inutile di risorse pubbliche causato dall'azione infondata. Il caso affrontato dalla Cassazione Con la sentenza n. 30202/2025, la Corte ha esaminato un ricorso proposto dall'amministratore e socio unico di una società successivamente dichiarata fallita. L'Agenzia delle entrate aveva emesso un avviso di accertamento per operazioni legate a una frode carosello e il ricorrente aveva impugnato gli atti tributari e le relative misure cautelari. Dopo il fallimento però, la legittimazione processuale per la tutela ...
  • La difesa delle donne vittime di maltrattamenti in famiglia
    La violenza domestica rappresenta uno dei fenomeni criminali più complessi da contrastare, perché si consuma all'interno dello spazio che, per definizione, dovrebbe garantire sicurezza: la famiglia. Il reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) costituisce oggi uno degli strumenti principali per la tutela delle donne vittime di condotte sistematiche di sopraffazione, fisica o psicologica, che minano dignità, libertà e integrità della persona.I caratteri della violenza La natura abituale del reato impone un approccio investigativo e processuale capace di valorizzare non solo i singoli episodi, ma l'intero clima di intimidazione e controllo. In questo senso, la giurisprudenza riconosce rilievo a minacce, umiliazioni, privazioni economiche, isolamento sociale e ogni condotta idonea...
  • Come farsi pagare subito le parcelle: i dati 2024 e AF Pay
    Pagamenti digitali negli studi legali: i dati 2024 L'intero comparto legale sta vivendo una trasformazione strutturale verso sistemi di pagamento digitali. I clienti, ormai abituati a processi rapidi e digitalizzati in ogni ambito della vita quotidiana, si aspettano la stessa semplicità anche quando devono saldare una parcella. I metodi tradizionali come bonifici e assegni generano incertezze, richiedono solleciti e rallentano la gestione amministrativa dello studio. Secondo l'Osservatorio Professionisti Cashless di SumUp, nel 2024 i pagamenti digitali nel settore legale sono aumentati del 78,8 per cento rispetto al 2023, con uno scontrino medio di 205,7 euro. Questi dati confermano una crescente preferenza per strumenti rapidi, tracciati e sicuri, che agevolano sia il professionista sia i...
  • Il testamento di persone non vedenti
    La Legge n. 18/1975, denominata "Provvedimenti a favore dei ciechi", all'art. 1 stabilisce che, una persona non vedente, sia per cause congenite che sopraggiunte, è pienamente capace di agire a livello giuridico, salvo che sia stata dichiarata inabilitata o interdetta ai sensi degli articoli 414, 415 e 416 del Codice Civile. Aspetto interessante da considerare rispetto gli atti recepiti dal notaio. Infatti, dottrina e giurisprudenza concordano prevalentemente sul fatto che la Legge n. 18 del 1975 non si applichi agli atti notarili, considerando che l'intervento del notaio, unito alle misure di tutela già previste dalla legge notarile, offra garanzie adeguate per i ciechi. Tuttavia, una minoranza della dottrina propone un'interpretazione volta a integrare le diverse normative (Legge...
  • Patto di quota lite: validità e limiti secondo la Cassazione
    Valutazione di proporzionalità del compenso Il patto di quota lite tra avvocato e cliente è ammesso solo se il compenso stabilito non risulta eccessivo rispetto alla complessità dell'incarico e alla situazione economica dell'assistito. Qualora l'onorario pattuito superi in modo irragionevole tali parametri, l'accordo diventa illecito. Questo è quanto indicato dalla Corte di cassazione nell'ordinanza n. 29895/2025.Chiarimenti della Corte di cassazione La Corte ha ricordato che una violazione delle norme deontologiche ha sempre rilievo disciplinare, ma non determina automaticamente la nullità del mandato professionale. Perché si configuri una causa di nullità è necessario verificare se la condotta, nel caso concreto, raggiunga un livello di gravità tale da incidere sulla validità del con...
  • Processo in assenza: escluse presunzioni sulla volontà dell'imputato
    La mancata informazione non equivale a rifiuto di partecipare La sentenza n. 36553/2025 della Cassazione chiarisce che il fatto che l'imputato non mantenga contatti con il difensore di fiducia non consente di dedurre che abbia scelto di non prendere parte al processo.Secondo la Corte, non è possibile attribuire automaticamente all'imputato un dovere di monitoraggio continuo sul procedimento in corso, né considerare la sua scarsa attenzione come manifestazione di disinteresse verso il giudizio.Rescissione del giudicato e principio della conoscenza effettiva In materia di rescissione del giudicato, i giudici di legittimità ribadiscono che l'assenza può essere dichiarata solo quando risulti provata la conoscenza reale del processo.L'elezione di domicilio presso il difensore d'ufficio effe...
  • Esame di Stato: l'esclusione scatta anche con il cellulare non utilizzato
    Possesso del cellulare in sede d'esame Con la sentenza n. 7341/2025, il Consiglio di Stato chiarisce che la semplice detenzione di un dispositivo elettronico non autorizzato durante una prova pubblica legittima l'immediata esclusione del candidato, anche quando non risulta alcun utilizzo concreto del cellulare.Secondo i giudici, ciò che viene violato è il rapporto fiduciario che deve caratterizzare ogni procedura valutativa, fondato sull'osservanza rigorosa delle regole e sulla tutela della parità di trattamento.La rilevanza della fiducia nell'esame pubblico Il Collegio afferma che l'affidabilità dell'esame non si misura solo attraverso l'assenza di irregolarità materiali, ma anche tramite la salvaguardia dell'integrità del procedimento.Il possesso occulto di un cellulare rappresenta u...
  • Dimissioni per fatti concludenti: un equilibrio ancora da costruire
    La legge che trasforma il comportamento in parola Quando una norma entra nel nostro ordinamento con passo silenzioso ma effetti potenzialmente dirompenti, è sempre interessante seguirne l'evoluzione: prima sul piano teorico, poi nella prassi amministrativa, infine nell'esperienza dei tribunali. La disciplina delle dimissioni per fatti concludenti, introdotta dalla Legge n. 203/2024, appartiene esattamente a questa categoria. Una norma breve, dieci righe appena, ma capace di modificare radicalmente il modo in cui consideriamo la volontà di recesso del lavoratore, spostandola dal piano dichiarativo a quello presuntivo, trasformando comportamenti concreti in atti giuridici significativi. Il nuovo comma 7-bis dell'articolo 26 del D.Lgs. 151/2015 parte da un dato ormai noto agli operator...
  • Vendita e/o legato di cosa generica
    Ove, al contrario, le parti (o il testatore) facciano riferimento ad una entità da trarsi da un certo quantitativo di cose sia pure generiche, ma determinate ed esistenti nel patrimonio di uno di essi (o del testatore) siamo di fronte non al sorgere di un particolare diritto personale la cui soddisfazione lo trasformerebbe in diritto di proprietà, bensì assistiamo al nascere di un diritto di comproprietà tra acquirente e venditore (o erede/legatario di cose generiche) avente ad oggetto tutte le cose generiche. Il diritto poi dell'acquirente (astratto) si tradurrà in diritto concreto di proprietà a seguito della divisione posta in essere dal venditore stesso o dal terzo.Del resto, come è possibile vendere o comprare validamente la quota astratta della proprietà di un qualsivoglia bene, pa...
  • Raffreddamento rivalutazione pensioni: intervento della Consulta
    Con la sentenza numero 167/2025, la Corte costituzionale ha chiarito che il meccanismo di "raffreddamento" della perequazione automatica dei trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo INPS, previsto dall'articolo 1, comma 309, della legge numero 197 del 2022 (legge di bilancio per il 2023), non introduce un prelievo di natura tributaria. La Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna, in composizione monocratica, aveva dubitato della compatibilità della disposizione censurata con i principi di eguaglianza tributaria, di ragionevolezza e temporaneità, complessivamente presidiati dagli articoli 3 e 53 della Costituzione. La Corte ha ribadito principi già espressi in precedenti pronunce, che avevano scrutinato meccanismi anche più severi di rall...
  • Violenza sessuale e "consenso libero e attuale": quali novità?
    La modifica propostaIl 12 novembre 2025, la Commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo di modifica dell'art. 609 bis c.p., in tema di violenza sessuale. L'attuale versione verrà sostituita dal seguente testo: "Chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali ad un'altra persona senza il consenso libero e attuale di quest'ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Alla stessa pena soggiace chi costringe taluno a compiere o a subire atti sessuali con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità ovvero induce taluno a compiere o a subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica o di particolare vulnerabilità della persona offesa al momento del fatto o traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad...

Fonte: www.studiocataldi.it

Fonte: Studio Cataldi

 

Questo sito utilizza i cookies, tecnici e di terze parti per ottimizzare l'esperienza di navigazione degli utenti connessi.

ACCETTO - DETTAGLI